Digitalizzazione del Patrimonio culturale e benessere pubblico

La pagina Facebook degli Uffizi come caso-studio

1 Luglio 2024

Ulteriori informazioni

- Data: 07/02/2023
- Licenza d'uso: Dominio pubblico
Patrimonio culturale e sviluppo sostenibile

È possibile generare benessere per la comunità (ovvero valore pubblico) attraverso la digitalizzazione del Patrimonio culturale? E come si possono coinvolgere i cittadini in questa sfida?

Il potenziamento dei servizi digitali a servizio del patrimonio culturale è un obiettivo condiviso dalle agende internazionali già da tempi precedenti alla pandemia da Covid-19; non si tratta di una mera “traduzione informatica” su ampia scala delle rispettive eredità culturali, ma di un vero e proprio processo di transizione digitale e sociale.

Il ruolo trasversale che la cultura può offrire per lo sviluppo sostenibile (e per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030) riguarda temi come inclusione e accessibilità. Anche gli Indicatori Tematici per la Cultura pubblicati dall’UNESCO nel 2019 mettono in luce come la partecipazione dei cittadini alla vita culturale possa contribuire al miglioramento del benessere sociale, in particolare nelle realtà marginali.

Per questa ragione, l’esigenza di nuove strategie digitali e di politiche di gestione innovative sono rivolte non solo alla conservazione e alla promozione del Patrimonio, ma anche a garantire il diritto universale di accesso alla cultura.

Immagine: MUSEO1
Il profilo Facebook degli Uffizi

Una spinta sul tema della digitalizzazione del Patrimonio è avvenuta proprio nel corso dell’emergenza sanitaria, quando la cittadinanza ha manifestato l’esigenza di una continuità nell’accesso ai servizi culturali; numerosi musei hanno fatto seguito a questo sentimento diffuso rafforzando la loro presenza online e sui social network, affrontando sfide del tutto inedite.

Tra questi, un caso meritevole di attenzione è offerto dalle Gallerie degli Uffizi, che in risposta ai desideri della comunità hanno aperto una pagina Facebook già nella primissima fase di lockdown.
Tutto lo staff delle Gallerie, a partire dal direttore Eike Schmidt, si è messo in gioco escogitando nuove strade per rendere accessibili le collezioni (sia in termini visivi che di contenuto) e instaurando un dialogo virtuoso con il pubblico.

Arrivando a contare più di 120 mila followers in poco più di un anno, nel periodo che va da Marzo 2020 a Giugno 2021 gli Uffizi hanno condiviso 558 contenuti digitali sulla pagina Facebook (tra aggiornamenti del profilo, foto, video e registrazioni live a cura dello staff interno o di esperti del settore), che si è trasformata in uno spazio sociale-digitale. Gli scambi di opinioni ed emozioni tra utenti hanno dato origine a una community attiva e portato a risultati essenziali a lungo termine: i meccanismi di dibattito innescati dai contenuti si sono infatti tradotti in numerosi feedback sull’accesso digitale al museo, dando avvio a un processo di cambiamento nella relazione tra istituzione e pubblico per quanto concerne la gestione del patrimonio culturale.

Immagine: uffizi-facebook
Cittadini-utenti e contenuti culturali

L’indagine condotta da Maria Stella Righettini e Monica Ibba del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali (Università degli Studi di Padova) documenta il ruolo attivo che i cittadini-utenti hanno assunto nella generazione di benessere per la comunità, adottando una serie di comportamenti digitali rispetto i contenuti della pagina Facebook.

L’analisi automatica dei commenti lasciati dagli utenti attraverso il software Iramuteq nel periodo preso in esame (dal 10 Marzo 2020 al 30 Giugno 2021, per un totale di 41.225 commenti analizzati) suggerisce che la percezione dei contenuti culturali digitalizzati è stata ampiamente positiva (parole come “bellissimo”, “interessante” o “grazie” sono le più frequenti).

L’indagine sui commenti

Per confermare questa ipotesi e indagare i comportamenti digitali dei cittadini rispetto l’accesso digitale al patrimonio, si è reso indispensabile un ulteriore passaggio analitico svoltosi senza l’aiuto di software: i commenti sono stati dapprima suddivisi nei due sottogruppi personali (contenenti emozioni o opinioni) e oggettivi (cioè privi di emozioni o opinioni) e successivamente si è attribuito agli stessi un valore positivo (in presenza di giudizi positivi sui contenuti digitali), negativo (riscontrando critiche e suggerimenti sulla qualità dei contenuti esposti) o neutrale (tag tra utenti, esclamazioni, domande, ecc.).

Infine, ricorrendo ancora una volta all’uso del software, sono stati individuati tre cluster semantici: il 52.4% dei commenti riguardava le emozioni suscitate dall’esperienza culturale digitale; il secondo, con il 40.7% riguardava la capacità dei contenuti di creare nuove routines digitali e aumentare le conoscenze; il terzo, composto dal 6.9% dei commenti analizzati, rispecchiava l’atteggiamento dei cittadini-fruitori nel riconoscersi come comunità (attraverso ringraziamenti, presentazioni delle città di provenienza).

I comportamenti digitali degli utenti

Ma quali sono gli aspetti della user-experience che il pubblico ha maggiormente apprezzato?

  • L’accuratezza messa in campo dai professionisti nel rendere fruibili le opere d’arte e le storie a esse legate.
  • La scoperta di dettagli difficilmente osservabili senza la guida di un esperto.
  • La possibilità di una visione ravvicinata dei capolavori delle collezioni.

Questi tre aspetti possono essere considerati, più ampiamente, i meccanismi generativi dei comportamenti digitali da parte degli utenti e del loro apprezzamento.

Infatti, lo studio ha evidenziato come l’esposizione ai contenuti di alta qualità (e quindi l’impegno digitale da parte del Museo) generi nei cittadini un sentimento di soddisfazione nel condividere emozioni, impressioni o ricordi; i commenti lasciati nella pagina dimostrano il forte desiderio di continuare a godere di queste condivisioni e di visitare il museo, mostrando una fidelizzazione del pubblico.

Questi tre aspetti possono essere considerati, più ampiamente, i meccanismi generativi dei comportamenti digitali da parte degli utenti.

Nonostante l’origine dell’account Facebook fosse legato alle esigenze della pandemia, i dati a lungo termine dimostrano che l’apprezzamento della policy di digitalizzazione adottata dagli Uffizi è andato ben oltre il periodo di crisi.

Immagine: EIKESHMIDT
Politiche digitali di valore

Il caso-studio delle Gallerie fiorentine marca l’importanza di creare politiche di digitalizzazione di successo che rispecchino le aspettative dei cittadini; si è visto come gli utenti, opportunamente sollecitati, non si comportino come beneficiari passivi dei contenuti digitali ma tendano alla partecipazione attiva contribuendo alla creazione virtuosa di valore pubblico.

Lo sforzo per rendere accessibile il patrimonio attraverso la digitalizzazione comporta costi aggiuntivi per le istituzioni culturali, difficilmente sostenibili da realtà più piccole o svantaggiate. Esiste tuttavia la possibilità per i Musei e per le reti museali di attingere alle risorse del PNRR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale prevede la destinazione di 6.68 miliardi di euro agli investimenti in turismo e cultura. La sfida è rendere il patrimonio culturale fruibile attraverso modalità non ancora considerate e migliorando quelle già sperimentate, incoraggiando la relazione tra istituzioni e cittadinanza.

Riferimenti

https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/978-3-031-06825-6_25.pdf

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