Lavoro, Green Deal e sostenibilità

L'importanza di coinvolgere le persone nel processo di transizione verde

12 Luglio 2024

Ulteriori informazioni

- Data: 21/06/2023
- Licenza d'uso: Dominio pubblico
L’agenda strategica 2019-2024

Il 20 giugno 2019 il Consiglio europeo ha adottato la nuova agenda strategica per il periodo 2019-2024, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, individuando quattro priorità principali su cui concentrare le proprie azioni:

  • proteggere i cittadini europei e le loro libertà
  • sviluppare una base economica forte e vivace
  • costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero
  • promuovere gli interessi e i valori europei sulla scena mondiale

Di assoluta rilevanza è il punto relativo al cosiddetto Green Deal europeo. La stessa Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo ha definito la sfida più urgente tra tutte le priorità. Riguarda la salute del pianeta e comporta la massima responsabilità, ma offre anche una delle più grandi opportunità del nostro tempo. L’ambizione è quella di trasformare l’Europa nel primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Inoltre, mira a rafforzare l’economia sociale, ad aumentare il tasso di occupazione nei singoli Paesi e a promuovere condizioni di lavoro eque e dignitose, basandosi sulla cosiddetta transizione verde.

Immagine: European-green-deal-Ursula-von-der-Leyen

Il piano verde di von der Leyen si basa su tre pilastri: il primo, noto come Just Transition Mechanism, beneficia di un fondo dedicato e serve a mitigare le conseguenze economiche e sociali della transizione verde per le regioni più dipendenti dai combustibili fossili; il programma InvestEU sosterrà gli investimenti nell’UE dal 2021 al 2027, di cui almeno un terzo sarà destinato alla lotta al cambiamento climatico; il terzo pilastro è rappresentato dall’intervento della Banca europea per gli investimenti (BEI) che, a partire dal 2021, non sosterrà più l’uso di combustibili fossili e punta a raddoppiare gli investimenti in progetti verdi dall’attuale 25% al 50%, diventando di conseguenza la banca europea del clima. Non si tratta di denaro che l’UE stanzierà direttamente di tasca propria (attualmente l’ammontare è di 7,5 miliardi di euro) ma di un calcolo complessivo che mira a stimolare investimenti pubblici e privati per tale importo.

Economia italiana, lavoro e Green Deal

Considerato l’impatto della pandemia COVID-19 e le sue conseguenze, l’Europa ha segnalato all’Italia la necessità di rafforzare le reti di sicurezza sociale per garantire redditi sostitutivi adeguati, indipendentemente dallo status occupazionale dei lavoratori. Il rafforzamento del sostegno al reddito e del reddito sostitutivo è particolarmente importante per i lavoratori atipici e per le persone in situazioni di vulnerabilità. Ulteriori passi importanti che l’Europa chiede all’Italia sono:

  • fornire liquidità all’economia reale e investimenti nella transizione verde e digitale;
  • fornire liquidità alle piccole e medie imprese, alle aziende innovative e ai lavoratori autonomi.
  • promuovere gli investimenti privati per sostenere la ripresa economica;
  • concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale (energia pulita ed efficiente, ricerca e innovazione, trasporto pubblico sostenibile, gestione dei rifiuti e dell’acqua, infrastruttura digitale potenziata)
Green Deal, diritti sociali e istruzione

Gli effetti benefici del piano strategico non tarderanno ad arrivare, tuttavia è indispensabile concentrarsi sulla centralità delle persone nell’economia verde e digitale di oggi e di domani, in conformità con i principi tutelati dal pilastro europeo dei diritti sociali. Serve garantire che i nuovi lavori siano di qualità (nei prossimi cinque anni l’intelligenza artificiale e la robotica da sole genereranno quasi 60 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo, mentre molte professioni cesseranno di esistere) e che le persone abbiano le giuste competenze per svolgerli. In tal senso, tutti i lavoratori in Europa dovrebbero avere un salario minimo equo che consenta loro di vivere dignitosamente, fissato attraverso leggi o contratti collettivi, oltre che la garanzia di un lavoro dignitoso e centrato sulle pari opportunità: in particolare, la crescita sostenibile dell’economia della piattaforma digitale rende necessario migliorare le condizioni di lavoro in questo settore e ciò potrà avvenire solo attraverso il dialogo sociale tra lavoratori e datori di lavoro. Un’altra raccomandazione che l’Europa rivolge agli Stati membri è quella di concentrarsi sulla formazione, per meglio gestire il crescente ricambio di posti di lavoro e i nuovi modelli di lavoro flessibili: troppi giovani oggi mancano di competenze di base e digitali, e troppo pochi hanno la possibilità di recuperarle dopo la laurea. Per sostenere le azioni dei vari Paesi, la Commissione ha aggiornato il piano d’azione (e fondi) per l’istruzione digitale al fine di rafforzare le competenze di giovani e adulti per garantire che tutte le organizzazioni educative siano pronte per l’era digitale.

Immagine: diversity-inclusion-parita-genere-policy
La chiave per il successo

La partecipazione e l’impegno del pubblico e di tutte le parti interessate sono cruciali per il successo del Green Deal europeo. I recenti avvenimenti politici hanno dimostrato che le politiche più audaci funzionano solo se i cittadini sono stati pienamente coinvolti nella loro formulazione. Dopo tutto, il Patto europeo per il clima mira a informare, ispirare e promuovere la cooperazione tra persone e organizzazioni che vanno dalle autorità nazionali, regionali e locali alle imprese, ai sindacati, alle organizzazioni della società civile, alle istituzioni educative, organizzazioni di ricerca e innovazione, nonché gruppi di consumatori e individui. Per ottenere il pieno raggiungimento del Green Deal e apportare cambiamenti concreti e duraturi, la Commissione Europea dovrà prestare attenzione alle richieste dei cittadini, anche attraverso politiche di protezione sociale e sanitarie volte a promuoverne la riqualificazione e il reinserimento nel mercato del lavoro e l’assistenza sanitaria erogando cure di qualità. La dimensione sociale del Patto verde europeo rimane principalmente nelle mani degli Stati membri dell’UE e delle parti sociali nazionali, in quanto sono nella posizione migliore per comprendere la situazione e proporre misure a livello locale, regionale e nazionale: sono pertanto necessarie azioni coordinate a livello europeo per accompagnare e sostenere le singole iniziative nazionali. Se non adeguatamente affrontate, le misure di mitigazione del clima sono suscettibili di aumentare e aggravare le disuguaglianze sociali.

Contenuti correlati

Contattaci!

2 + 14 =

Contenuti